domingo, março 25, 2012

Poesia in linea retta

Non ho conosciuto nessuno che le abbia buscate.
Tutti i miei conoscenti sono stati campioni in tutto.

E io, tante volte spregevole, tante volte porco, tante volte vile.
Io, tante volte indiscutibilmente parassita,
imperdonabilmente sudicio.
Io, che tante volte non ho avuto pazienza di fare il bagno.
Io, che tante volte sono stato ridicolo, assurdo,
che ho inciampato pubblicamente nei tappeti dell’etichetta,
Che sono stato grottesco, meschino, sottomesso e arrogante,
che ho subìto umiliazioni e ho taciuto,
che quando non ho taciuto, sono stato ancora più ridicolo;
Io, che sono risultato comico alle camariere di albergo;
Io, che ho percepito la strizzata d’occhio dei cacchini;
Io, che ho combinato pasticci finanziari,
che ho chiesto prestiti senza restituirli;
Io, che quando l’ora del pugno è venuta
mi sono abbassato fuori della sua portata;
Io, che ho sofferto il malessere delle piccole cose ridicole.
io verifico che non ho um mio simile in tutto questo mondo.

Tutti quelli che conosco e che parlano con me
non hanno mai arreto un auto ridicolo, non sono mai stati umiliati,
non sono stati altro che principi – principi tutti loro – nella vita...

Come vorrei sentire da qualcuno la voce umana,
che confessasse non un peccato, ma un’infamia !
che raccontasse non una violenza, ma una vigliaccheria !
No, sono tutti l’Ideale, se li sento e mi parlano.

Chi c’è in questo vasto mondo che mi confessi

che una volta è stato vile?
Oh! principi, fratelli miei! Cazzo!! sono stufo di semidei!

Dov’è che c’è gente al mondo?

Possibile che sia soltanto io vile ed erroneo a questo mondo?

Possono le donne non averli amati
possono essere stati traditi – ma ridicoli mai!!
E io, che sono stato ridicolo, senza essere stato tradito
Come posso parlare con i miei superiori senza titubare?

Io, che sono stato vile, letteralmente vile,
vile, nel senso meschino e infame della viltà.

F. Pessoa - Álvaro de Campos, traduzido por Antonio Tabucchi, que morreu hoje, aos 68 anos

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